VINCITORI e VINTI
VINCITORI e VINTI
Il bilancio di quest’anno pende decisamente in favore dei Bitcoin, rispetto all’oro. I prezzi della moneta digitale sono esplosi dell’85% dall’1 gennaio alla giornata di ieri a 790 dollari, mentre quelli del metallo sono cresciuti di un pur buon 18% a meno di 1.130 dollari. L’oro ha perso il 10% in un mese, ovvero dalla vittoria di Donald Trump alle elezioni USA, nonostante le previsioni fossero per un trend esattamente opposto per il caso di ingresso del repubblicano alla Casa Bianca. Al contrario, i Bitcoin si sono apprezzati di oltre il 8% nello stesso periodo di tempo, suggerendo una divergenza con il bene rifugio per eccellenza.
Cosa sta accadendo? Diverse cause stanno indebolendo l’oro, come il rialzo dei tassi USA, la cui attesa sta da settimane facendo impennare i rendimenti di mercato, colpendo le quotazioni dell’asset, che è privo di cedola. Inoltre, la prospettiva di una politica monetaria più restrittiva sta rafforzando il dollaro, che negli ultimi 30 giorni ha guadagnato più del 5% contro le principali valute del pianeta.
E perché gli investitori starebbero puntando sui Bitcoin? La “criptovaluta” sembra essere diventata una sorta di alternativa al dollaro, seppure per una cerchia ristretta di investitori. Poiché il biglietto verde sta rincarando, il mercato starebbe trovando in loro una fonte di diversificazione degli impieghi, confidando nelle caratteristiche di questo asset, che viene emesso fino a un ammontare massimo prestabilito nel corso dei decenni, lasciando intravedere un’offerta limitata, a fronte di una domanda sempre più ampia e proveniente da paesi diversi.
Il caso dell’India, con il governo a ritirare dalla circolazione l’86% del contante, sta impattando negativamente sull’oro e positivamente sui Bitcoin, dato che il crollo delle transazioni nel sub-continente asiatico rende quasi impossibili gli acquisti del primo, mentre l’anonimato garantito dai secondi spinge diversi contribuenti infedeli a puntare sulla moneta digitale per scampare ai possibili controlli statali
Ma se questo è il passato, le previsioni per il futuro restano positive per i Bitcoin, almeno per la banca danese Saxo Bank, secondo la quale nel 2017, grazie alle politiche pro-crescita dell’amministrazione Trump, le loro quotazioni potrebbero esplodere del 165% e arrivare fino ai 2.100 dollari, giovandosi di un dollaro estremamente forte.
Tuttavia, bisogna considerare che pure l’oro avrebbe qualche occasione per tornare a salire di prezzo. Una di queste è l’accordo stretto in questi giorni tra il World Gold Council e l’Accounting and Auditing Organisation for Islamic Financial Institutions. Di cosa si tratta?
Se solo l’1% dell’oro detenuto dai mussulmani fosse impiegato per questi investimenti, la domanda crescerebbe di ben 500 tonnellate. La finanza islamica, poi, è attesa crescere a 3.000 miliardi entro il 2030 da Standard & Poor’s. Quindi, anche l’oro vanta prospettive di crescita, seppur non immediate, relativamente all’ingresso del mondo islamico nel trading di questo asset.
Non dimentichiamoci, poi, che l’oro non è solo un investimento speculativo, ma in parte trova anche un impiego industriale e una percentuale non indifferente della domanda riguarda la gioielleria. Per quanto nemmeno esso sia disponibile all’infinito, la sua offerta cresce di anno in anno e risente delle quotazioni, un po’ come il petrolio, mentre i Bitcoin, per quanto sopra detto, vengono emessi a un ritmo prestabilito da un algoritmo e anche a fronte di un boom della domanda, non saliranno, se non fino al picco di 21 milioni di unità entro i prossimi decenni
Stay tuned.
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